Posizionamento nei Motori di Ricerca

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LA SINTASSI DI UN SITO WEB: L'<HEAD> DI UNA PAGINA

La sintassi è un altro di quegli elementi fondamentali che meritano una particolare attenzione se si ambisce a raggiungere buone posizioni nei motori di ricerca.

In particolare la sua correttezza sembra avere ruolo decisivo nel ranking di un sito; il principio sembra essere questo: se un webmaster scrive male il codice di una pagina allora probabilmente anche i contenuti della stessa non saranno eccezionali.

Una pagina web è composta essenzialmente da 2 parti fondamentali in termine di codice:

  • Una parte nascosta all'utente ( ma visibile ai motori di ricerca ).
  • Una visibile ( il sito vero e proprio ).

L' <HEAD> DI UNA PAGINA

La prima è compresa fra i tag <head> e </head> e serve a dare informazioni generali ( ma importanti ) sulla pagina stessa, mentre la seconda è inserita fra i tag <body> e </body>.

La seconda è senz'altro più importante della prima ma si sbaglia se si pensa che per questo motivo l'<head> possa essere trascurato.

Ecco un esempio di "<head>" scritto correttamente:

<head>

<meta http-equiv="Content-Type" content="text/html; charset=iso-8859-1">

<meta http-equiv="Content-Style-Type" content="text/css">

<title>Posizionamento nei Motori di Ricerca </title>

<META NAME="keywords" CONTENT="google, pagerank, motori, ricerca, sito, comparire, apparire, keyword advertising, modi, metodi, scarica, download, sfruttare">

<META NAME="description" CONTENT="come risultare in cima ai motori di ricerca">

< META http-equiv="Content-Language" content="IT">

<META name="Author" content="pippo">

<meta name="ROBOTS" content="INDEX, FOLLOW">

< META NAME="distribution" CONTENT="Global">

</head>

 

Le prime due stringhe dopo il tag <head> descrivono il formato della pagina web.

La parte compresa fra <title> e </title> è molto importante.

Si tratta in sostanza del titolo vero e proprio della pagina: quello che non solo sarà visualizzato in cima alla finestra del browser, ma che comparirà anche come titolo dell'eventuale risultato sui motori di ricerca ( e per ciò si raccomanda di scriverlo maiuscolo ).

La parte successiva, quella keywords, ci dà invece l'opportunità di inserire noi stessi delle keyword aggiuntive inerenti all'argomento trattato che magari non abbiamo inserito ( per molte ragioni ) nella parte del <body>.

Un esempio classico è la scelta fra "download" e "scarica": supponiamo infatti di avere un sito dove si possono scaricare programmi shareware.

Un modo tipico di impostarlo sarebbe quello di avere il titolo del programma da scaricare con a fianco un link "scarica" che porta direttamente al download del file.

E' chiaro che se avremo fatto bene le cose, potremo con buona probabilità comparire sui motori di ricerca alla query "scarica nomedelprogramma ".

Se però un utente impostasse la query di ricerca "download nomedelprogramma" probabilmente non otterremo lo stesso successo ( avendo noi usato il termine "scarica" ).

Ecco che allora l'elemento keywords colma questa mancanza inserendo la keyword "download" ( termine affine ) fra le parole chiave presenti, anche se invisibile.
Dobbiamo specificare che l'elemento keywords non serve solo in questo caso, ma può anche rafforzare parole chiave già presenti nel <body>.

Alla luce di quanto detto, si potrebbe pensare di sfruttarlo al massimo aggiungendo più termini possibili ( e magari non affini con l'argomento del sito ), ma la cosa sarebbe un grave errore per due semplici ragioni:

  • I termini che possono essere inseriti hanno un limite oltre il quale vengono ignorati tutti i termini inseriti : possiamo quantificare questo limite in venti - trenta parole.
  • Anche qualora questo limite non esistesse, l'inserimento di troppe keyword, soprattutto se non inerenti al sito, abbasserebbero in maniera sostanziale la key density ( che analizzeremo più avanti ) portandoci in una posizione assai peggiore di quella che avremmo se non avessimo toccato nulla.

La tag description ha invece funzione di slogan: il suo contenuto viene visualizzato ( se esiste ) dai motori di ricerca sotto il titolo del nostro sito come breve descrizione.

Anche in questo caso si raccomanda la sinteticità ( pena la mancata visualizzazione ) e la precisione: si consiglia inoltre di trovare una description accattivante, così da attirare più visitatori possibile.

I tag language e author dicono invece ai motori di ricerca in che lingua è stato scritto il sito ( affinché l'applicazione di filtri sulle lingue abbia successo ) e chi ne è l'autore.

Bisogna dire che per quanto riguarda language, oggi quasi tutti i motori di ricerca sono in grado da soli di intuire la lingua usata da un sito web crewlerizzandolo.

Anche author sembra avere una funzione molto poco importante.

Questi due elementi, come buona parte dell'<head>, possono essere anche del tutto omessi senza creare nessun tipo di problema di visualizzazione da parte dell'utente.

In realtà però, se a fini pratici questi due tag non sono molto utili, in termini di indicizzazione è bene che siano presenti: l'integrità di questi elementi nell' <head> infatti sembra essere elemento importante per una buona valutazione da parte di Google ( o meglio, la loro assenza - anche parziale - potrebbe essere elemento negativo in fase di valutazione ).

Gli ultimi due tag sono invece molto importanti.

Nel primo ( robots ) si "parla" direttamente agli spider e si dice loro di seguire i link del sito in maniera discendente ( cosa che però viene fatta anche normalmente ). Il contenuto di questo tag può però anche essere diverso: inserendo " NOINDEX; NOFOLLOW " viene ordinato ai web clawler di non indicizzare del tutto la nostra pagina.

Ci si può domandare a cosa possa servire un tipo di comando simile, dato che abbiamo noi stessi deciso di comparire su Google.

La spiegazione è semplice: usando NOINDEX; NOFOLLOW per pagine dal contenuto " di servizio" ( come ad esempio un'eventuale pagina "contacts" ) e usando invece INDEX; FOLLOW per pagine "di argomento" si evita di disperdere key density generali e si può impedire la spiderizzazione di pagine di servizio o di amministrazione.

Il tag distribution ci permette di decidere dove distribuire e diffondere i nostri contenuti: da livello nazionale fino a livello mondiale ( GLOBAL, usato di default ).

Esistono poi moltissimi altri tag che possono essere aggiunti nell'<head> di una pagina, ma crediamo che quelli indicati siano già più che sufficienti per una buona indicizzazione.

Abbiamo allora capito che l'<head> è meglio che sia non solo presente, anche se non è indispensabile, ma che sia anche scritto in maniera corretta ( è una specie di prova del nove per il webmaster ): la sintassi deve infatti essere esattamente quella indicata ( rispettando maiuscole e minuscole ), anche se l'ordine dei tag può essere modificato con una certa elasticità.

Se alcuni anni fa l'<head> aveva un'importanza assolutamente decisiva e cruciale e godeva di un'altissima considerazione da parte degli spider, oggi non si può più dire lo stesso.

La tendenza ad alterare artificiosamente le posizioni in classifica con degli <head> studiati ad hoc ha minato fortemente le classifiche dei motori di ricerca; un'altra capacità di Google è stata quella di capire che i contenuti più importanti da esaminare in una pagina web sono soprattutto quelli visibili ( mentre prima avevano la stessa rilevanza di quelli invisibili ).

Con ciò non vogliamo dire che l'<head> non conti più nulla ( ci riferiamo in particolar modo alle funzioni keywords e title, le più importanti ), ma semplicemente che il suo "peso" è stato fortemente ( e giustamente ) ridimensionato col passare del tempo.

 

 

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